venerdì 12 ottobre 2007
Congresso ANFE
My home My History
Una mostra introspettiva e prospettica allo stesso tempo.
“Quello che noi siamo oggi è quanto siamo riusciti a fare insieme”. E’ il motto che guida una interessante mostra di disegni e fotografie che sono il risultato di un progetto condiviso da pittori, artisti e fotografi circa l’anima e le attese di una persona che si è sradicata da un contesto sociale per inserirsi in un altro come l’emigrante.
L’ispirazione è venuta infatti dalla constatazione del fenomeno dell’immigrazione italiana in Australia.
360 mila persone dal 1947 al 1976, “l’aspetto umano - recita la guida-di uno dei più significativi e riusciti esempi di riuscita immigrazione nella storia postcoloniale dell’Australia.
Gli espositori – Su zanne Soopy, David Lloyd e Angela Blebely- hanno visto in questa immigrazione italiana l’inizio di una unica forma di multiculturalismo a partire dalla casa come luogo di ricordi del passato nel suo ornamento, nei mobili e fotografie e quant’altro ma, al tempo stesso, impostazione di culturale negoziazione con il presente della nuova residenza diversa nell’architettura e nelle suppellettili.
I valori “australiani” di individualismo e prosperità si sposano con la tradizione italiana di comunità e di solidale autorealizzazione.
Con questo, gli artisti vogliono espressamente opporsi ad una chiusura ideologica degli integralisti australiani dei primi tempi, espressa da un romanzo del 1957 di Nino Culotta (pseudonimo di un comico locale John O’Grady) che scrive in un passaggio: “Ci sono troppi nuovi australiani “che ancora vivono mentalmente nel loro paese, che fanno un tutt’uno con gente della propria nazionalità e tentano di mantenere la propria lingua e le proprie abitudini. Che,anzi, tentono di persuadere gli australiani di adottare i loro costumi ed il loro comportamento. Tagliamo corto. Non cè miglior modo di vivere nel mondo di quello australiano”.
ANFE : un’associazione per le famiglie dei migranti
Per questo motivo nel 1947 fonda un’apposita associazione: l’ANFE ossia Associazione Nazionale delle Famiglie degli Emigranti.
Ne consegue il grande interesse che l’ANFE ha avuto per i ricongiungimenti familiari, per le “vedove bianche” cioè le spose in Italia dei capifamiglia emigrati, per gli “orfani della frontiera”, i figli di emigrati messi in collegi possibilmente ai confini nazionali per facilitare le visite (Domodossola, Veneto), per le ragazze “au pair” che andavano sole, e, spesso indifese, presso famiglie, specialmente in Inghilterra.
Si partiva sempre da una considerazione economica (l’operaio) e si puntava sulla condizione di cittadino (la persona), lo stato normale ed appagante era sempre l’unità e l’armonia del nucleo di base (la famiglia).
In questo anno, quando l’ANFE festeggia il suo 60° di fondazione, è importante fermarsi a riflettere su quella scelta fondamentale per confermare la validità ed aggiornarne le strategie.
Le politiche familiari sono infatti spesso indecise quando non mortificanti nei loro interventi, anzi si mostrano addirittura indifferenti sul “tipo” di famiglia da sostenere, mettendo in seria difficoltà natura e stabilità dell’unione di uomo e donna fondata sul matrimonio.
L’immigrazione sempre più numerosa e culturalmente diversificata accentua la necessità di chiarezza e di sostegno alla famiglia, prima e fondamentale cellula della società civile e base di quella religiosa.
Giustamente anche la sezione ANFE australiana, fondata nel 1962 da Giovanni Caruso che ne è stato il primo presidente ed ora ne è il delegato nazionale, ha convocato 150 delegati da tutte le città australiane per celebrare il 45° anno di vita, ma ancor più per una verifica ed un
L’augurio della Fondazione Migrantes, presente con una qualificata delegazione: il già presidente della commissione episcopale per gli emigrati Mons. Gaetano Bonicelli, il già direttore nazionale ed attuale responsabile della stampa Migrantes Mons. Silvano Ridolfi, l’attuale direttore per gli italiani all’estero don Domenico Locatelli, il vice-presidente UCEMI (unione cristiana enti per i migranti italiani) dott. Luigi Papais, che sta seguendo in Sydney e sostenendo la prossima “Giornata mondiale della gioventù” (luglio 2008), è spontaneo e cordiale per un successo che è beneficio di tutta la comunità sia italiana che australiana.
Mons. John Alexius Bathersby

L’ultimo giorno trascorso a Brisbane è stato dedicato all’incontro con l’arcivescovo titolare della Diocesi di Brisbane.
S.E. mons. John Alexius Bathersby, 71 anni e un po’ sofferente per una fastidiosa artrosi ha accolto con grande cordialità la piccola delegazione. Guidata da S.E. Mons. Gaetano Bonicelli per 10 anni presidente della Commissione episcopale per le migrazione in Italia la delegazione era composta intieramente da sacerdoti: Mons. Silvano Ridolfi, don Domenico Locatelli, don Nicolò Anselmi e padre Mauro Conte responsabile della comunità scalabriniana locale. Le informazioni scambiate hanno toccati temi di interesse comune: il mondo delle migrazioni, i nuovi gruppi cattolici insediatisi nello stato del Queensland, la prima comunità rappresentata dagli italiani che sono sempre bene inseriti. La percentuale dei cattolici si attesta al 23,6% pari a 622.000 cattolici su una popolazione residente di 2.626.000 e lavora per ben costruire parrocchie territoriali capaci di offrire i servizi religiosi richiesti.
I gruppi più dinamici sono quelli provenienti dall’oriente, filippini, indiani del Kerala, vietnamiti. L’attenzione della diocesi è centrata soprattutto sui giovani, anche sulla spinta delle prossime Giornate mondiali della gioventù.
I responsabili della pastorale giovanile hanno avuto un colloquio anche con i vescovi ausiliari Mons. Joseph oudeman e Mons. Vincent Finnigan, incaricato per la diocesi di Brisbane per la partecipazione alla WYD.
La Chiesa cattolica in Australia
Cinquant’anni dopo la stessa Chiesa Cattolica appare profondamente trasformata. Si traccia un bilancio preoccupante, sottolineando gli aspetti più macroscopici: l’abbandono del loro status sacerdotale o religioso di molti sacerdoti o consacrati; la chiusura di case di formazione e di diversi seminari; la gestione delle scuole cattoliche affidata ai laici; la partecipazione alla Messa domenicale, che si avvicinava al 60% negli anni ’50, scesa al 14%; il senso di appartenenza alla Chiesa Cattolica per i cattolici, giovani famiglie e i giovani in generale, concepita al di fuori degli insegnamenti ufficiali; l’immissione di nuove culture cattoliche provenienti da moltissimi paesi diversi non recepita nella sua ricchezza pentecostale e infine, aggiunge Dixon, il ruolo della donna e del laicato che stenta a decollare.
Di fronte a questa profonda trasformazione dei quadri, funzionanti solo 50 anni fa, molti si chiedono quale sarà il futuro della Chiesa in Australia: l’immissione sempre più rapida di sacerdoti “stranieri”, l’emergenza, documentata da studi, a livello di senso di appartenenza e di adesione agli insegnamenti della Chiesa, da parte di comunità etniche soprattutto se provenienti dall’Asia e l’affermarsi di movimenti come il Cammino Neo-Catecumenale, il Movimento Carismatico, il Thomas Moore Center a Melbourne ed altri aprono varchi di speranza.
Il cattolicesimo australiano é stato sollecitato ad uscire dalla sua insularità e da una dipendenza pluridecennale dal modello irlandese. Con gli emigranti europei, anche gli emigrati italiani hanno partecipato, forse inconsapevolmente, ad un’opera di ampliamento degli orizzonti limitati esistenti all’interno della Chiesa Cattolica e ad un impegno che mirava, pur attraverso lentezze e rifiuti, a costruire una chiesa più aperta e più cattolica.
Non si vede ancora la fine di questo impegno. Anzi.
L’arrivo di numerosissimi altri gruppi, meno consistenti e con alle spalle una esperienza religiosa sofferta nei loro paesi (Vietnamiti, Ucraini,
giovedì 11 ottobre 2007
Migrantes presenta il Rapporto italiani nel mondo a Brisbane
La regia della serata è stata condotta impeccabilmente da Camillo Impellizzeri presidente della FCI (Federazione cattolica italiana).
Il primo intervento è stato di Mons. Silvano Ridolfi, memoria storica di Migrantes e responsabile del settore stampa della medesima fondazione. Il sacerdote, che vanta una lunga storia di missionario in Germania prima e di dirigente dell’UCEI poi, ha riassunto brevemente l’impegno di quest’ultima a favore del mondo dell’emigrazione, fino a divenire un punto di riferimento privilegiato per tutti gli emigranti. Si è quindi augurato che la presenza organizzata della Chiesa italiana in Australia possa continuare ancora, anche con forme nuove, per coniugare contemporaneamente l’esigenza di una presenza della Chiesa medesima e dei sentimenti di italianità che sono di grande conforto per le persone anziane ma anche di prospettiva per le nuove generazioni.
È stata poi la volta di Don Domenico Locatelli, direttore nazionale Migrantes per la pastorale per gli italiani nel mondo della Cei. Il direttore ha illustrato le finalità della sua struttura, che oltre a mantenere quotidianamente i rapporti con i missionari che lavorano a stretto contatto con gli emigranti, organizza anche delle occasioni di incontro con le comunità italiane all’estero. Qui in Australia, in questo momento l’impegno massimo di Migrantes è congiunto a quello del servizio di pastorale giovanile, sempre della CEI, per organizzare la partecipazione dei giovani italiani alla giornata mondiale della gioventù di Sydney 2008. Mentre gli incaricati del servizio di pastorale giovanile si occupa in Italia del percorso soprattutto spirituale che preparerà l’evento e in terra australiana cura di aspetti logistici per l’accoglienza dei circa 10.000 giovani che il prossimo anno verranno dall’Italia per la manifestazione, Migrantes si preoccupa di mettere in contatto le strutture dell’emigrazione, soprattutto quelle associative, per assicurare ai giovani, la migliore accoglienza possibile. L’evento del 2008 serve comunque in Australia, secondo Don Domenico, per rinsaldare i rapporti tra le comunità degli emigranti e attraverso i giovani anche per incentivarli ad entrare nelle associazioni per garantirne il loro rinnovamento generazionale.
E’ stata poi la volta di
Nella parte finale della serata sono state presentate alla comunità le quattro volontarie del servizio civile. La presenza di queste quattro ragazze, ha detto Impellizzeri, costituiscono una preziosa opportunità per la comunità italiana di Brisbane per far riacquistar vigore all’associazionismo locale che vede la federazione cattolica italiana in prima fila nel tenere viva l’italianità impostata secondo i valori della cristianità.
Marco Federici, formatore e delegato dell’ufficio pastorale giovanile della CEI ha intervistato le volontarie aiutandole a presentarsi all’assemblea presente. Dopo la presentazione ufficiale, i responsabili del servizio pastorale giovanile hanno illustrato le loro esigenze, prima fra tutte quella di veder accolto nelle diverse città australiane un notevole numero di giovani italiani. Le famiglie italiane possono svolgere egregiamente tale servizio di accoglienza favorendo così, accanto alle iniziative delle Diocesi, spazi spontanei e familiari di socializzazione e di confronto tra coetanei. Un’occasione, ha sostenuto Don Nicolò Anselmi certamente unica in terra australiana, da non lasciar quindi perdere sia per gli aspetti propri della pastorale giovanile ma anche per quelli del coinvolgimento dei giovani nell’associazionismo dell’emigrazione. Il vescovo Bonicelli ha concluso la serata con delle appropriate parole di stimolo e di riconoscenza nei confronti degli emigranti, accompagnate dall’affidamento al Signore di tutte le gioie, le ansie e le preoccupazioni di quanti vivono lontani dalla loro patria e che con il loro impegno contribuiscono a renderla più grande.
Gli italiani di Woollowin
Giovedì 11, nel mezzo di tante iniziative italiane in programma nel week end a Brisbane, anche la comunità cattolica italiana non ha voluto essere da meno, incontrandosi con al delegazione CEI per parlare del Rapporto italiani nel mondo 2007. mettersi in sintonia con se stessi e quindi dare un contributo anche alle comunità di arrivo, nelle quali immigranti sono ormai ben inseriti, per migliorare una società che vive una profonda crisi, soprattutto nel mondo giovanile. Questi auspici il vescovo Bonicelli e ha affidati alla protezione dei santi degli emigranti, che sono divenuti tali attraverso la condivisione delle dure condizioni degli emigranti e con il costante impegno religioso e sociale nei loro confronti.
mercoledì 10 ottobre 2007
Una serata in famiglia al Club italiano

Intanto le quattro volontarie hanno preso possesso delle loro stanze, nelle case di famiglie generose della FCI, che le ospiteranno per l’anno di esperienza nella cosiddetta terra nuovissima. Assieme a dei validissimi responsabili locali, tra i quali citiamo Luigi Casagrande, Presidente della Camera di Commercio italo-australiana, della più che generosa segretaria generale Maria Antonietta Marruca, di Mariangela Stagnitti, oltre che di Padre Mauro c.s. e di Camillo Impellizeri, vanno delineando le modalità operative del loro servizio, prendendo contatti con la città e con la comunità. Quando noi partiremo si sentiranno per un momento più sole, ma sanno di aver trovato delle famiglie non meno disponibile di quelle che hanno lasciato in Italia.
Nik Xynias Ao Bem e interculturalità
Un primo momento organizzativo è stato fatto già mercoledì mattina, quando eravamo ancora sotto effetto del fuso orario e qualcuno non aveva ricevuto i bagagli, dispersi come al solito in qualche aeroporto. L’intera delegazione si è incontrata con Nik Xynias AO BEM, che sovrintende ad un ente australiano che dialoga costantemente con tutte le associazioni etniche che vivono nel Queensland e che sono oltre un centinaio, tra le quali naturalmente diverse sono italiane. A presentarcelo una nostra conoscente slovena, ma ben inserita nella comunità italiana, Monika Makari, che si occupa di relazioni internazionali e di regolarizzazioni degli immigrati per conto dello Stato australiano. Con lei c’era anche la vice presidente del Comites, Mariangela Stagnitti, in rappresentanza anche della presidente, al momento in Italia. Interessante la ricostruzione fattaci da Nik, che è di origine greca, sulla presenza delle etnie italiane in Australia in generale e nel Queesland in particolare. Una lunga storia di migrazioni, dapprima irlandesi ed inglesi e quindi anche italiane. Un lavoro, il suo, che consiste nel coordinare una rete di rapporti tra sodalizi che tengono assieme rappresentanti di nazionalità diverse, per far avere loro, in determinate occasioni, una voce univoca ed unificante e poter interloquire proficuamente con le autorità pubbliche. Quest’ultime sono un po’ fredde nei confronti delle istanze dl mondo associativo dell’emigrazione, nonostante l’Australia sia un paese visibilmente multiculturale, che ha ancora bisogno di forza lavoro straniero. Decine di centinaia sono gli italiani, perlopiù laureati, che ogni anno giungono nel paese dei canguri, per svolgere una qualsiasi attività lavorativa, quasi sempre specializzata. Ma spesso, a fronte di un massiccio reclutamento all’estero, i rapporti di lavoro si risolvono alla fine di un biennio, senza il rinnovo del visto. Una posizione comoda per il governo locale, ma ingiusta nei confronti dei lavoratori. Ad ogni modo, le etnie sono riconosciute dagli Stati locali e da quello federale e la comunità italiana è rispettata, abbastanza omogenea e piuttosto benestante: Non ci sono, infatti, casi di povertà conclamata e il welfare è alquanto consistente.

lunedì 8 ottobre 2007
Presenza italiana in Brisbane
Brisbane è la capitale dello stato del Queeensland, in Australia. La città di Brisbane conta circa 957.010 abitanti mentre la sua area metropolitana arriva ad avere circa 1.800.000 residenti, che la rendono, per popolazione, la terza area metropolitana dell'Australia. Oltre a questo, Brisbane è uno dei tre maggiori porti del paese

una presenza b
“La piccola ma tenace colonia Italiana di Brisbane...” tale definizione, mediata da Il Giornale Italiano del 22 novembre 1933, è forse quella che meglio chiarisce l'identità della collettività italiana residente a Brisbane tra il 1870 ed il 1940. Sebbene tale comunità non possa assolutamente competere per dimensioni con quelle di Melbourne o di Sydney, certamente per tenacia non è seconda a nessuno. Fin dall'inizio, infatti, è composta di persone coraggiose ed intraprendenti, che lasciano un segno profondo nella storia della capitale del Queensland.
Riprendendo una recensione di Stefano Girola, sul libro di Fabio Baggio “Gli Italiani di Brisbane”. Brisbane, a cura dello Scalabrini Migration Center; Rintocchi-Brisbane, 2004, pubblicata sul periodico Studi Emigrazione, Vol. 42, Settembre 2005, n. 159, pp. 704-706 cosî viene presentata la comunità di Brisbane.
Brisbane. A loro sono legati eventi e monumenti di rlievo nella vita ecclesiastica, culturale ed artistica della capitale.
Insieme alle reclute “illustri” di Quinn cominciarono ad arrivare altri Italiani, che ben presto si raggrupparono nel quartiere di Breakfast Creek, riconosciuto già nell’ultimo decennio del secolo XIX come una “Little Italy”. L’autore, sulla base di fonti precedentemente trascurate, rievoca dettagliatamente e vivacemente le vicende biografiche dei più intraprendenti fra questi emigrati: da Giovanni Battista Pullè, che dopo aver lanciato la “Italo-Australian Commercial Company”, si dedicò alla distillazione del brandy, alla produzione di vino e pasta (con la “Excelsior Macaroni Company”), nonché all’attività editoriale; a Giuseppe Franceschi, arrivato a Brisbane con l’intento di sperimentare nel Queensland coltivazioni tipicamente mediterranee, ed il cui bagaglio personale comprendeva tralci di vite, olivo, alloro e corbezzolo. Infine il pisano Giovacchino Maccheroni, che si fece conoscere non solo per la produzione di pasta, caffè e vino, ma anche per la collaborazione con il vescovo locale nell’assistere gli emigranti italiani appena giunti in città.
Al 1877 risale la prima iniziativa pubblica della piccola comunità italiana, che costituì una “Società di Patronato e Mutuo Soccorso tra gli Italiani nel Queensland”, con lo scopo di “aiutare tutte le persone meritevoli di nazionalità italiana col dare consiglio, procurare lavoro, concedere prestiti e fornire assistenza economica”. I notabili della comunità si mobilitarono anche nel 1891 quando fu annunciata la storica spedizione della nave Jumma, che avrebbe aperto all’emigrazione italiana le piantagioni di zucchero e di tabacco del Nord Queensland. Memori di precedenti spedizioni dagli esiti fallimentari, gli Italiani di Brisbane si premurarono di informare il Governo Italiano sulle reali condizioni lavorative del Queensland, anche per scongiurare i rischi di truffe o contratti svantaggiosi a scapito dei coloni italiani. Riconoscendo nella generosità e nell’affetto patrio le “virtù caratteristiche dei cittadini italiani residenti a Brisbane”, Baggio cita anche il loro sostanzioso contributo alla colletta mondiale per il soccorso ai veterani della Guerra di Abissinia nel 1896. Tuttavia, almeno fino agli anni ’30 del secolo XX, la collettività italiana stentò a diventare una comunità coesa capace di fare causa comune intorno ad obiettivi condivisi. Ne è prova l’esiguo numero di associazioni italiane, a confronto con altre città australiane. Fra le poche realtà associative, spicca la fondazione nel 1924 della “Italo-Australian Association”, ad opera del
Salesiano Ernesto Coppo, che aveva cominciato la sua esperienza pastorale fra gli Aborigeni delle zone remotedel Kimberley (…..)
A partire dagli anni ’30, la situazione comincia a cambiare. Sostenuti dai rappresentanti Consolari del egime fascista, gli Italiani fondarono un numero crescente di associazioni politico-culturali. Pur non mancando gli esempi di tendenze antifasciste, le principali associazioni di questo periodo (il “Fascio di Brisbane” e la “Società Dante Alighieri”) sono espressione di un fascismo locale che secondo Baggio “più che un’affiliazione politica, è un sentimento nazionalistico infervorato dai successi dell’Italiamussoliniana”.
Significativamente il primo documento pubblico del “Fascio di Brisbane” fu un telegramma di auguri all’arcivescovo di Brisbane James Duhig. Ammiratore di Mussolini e appassionato sostenitore del binomio “Fede e Patria”, l’arcivescovo fu un’importante figura di riferimento per la comunità italiana, anche al di fuori dei confini della sua diocesi. I documenti individuati dall’autore negli archivi arcidiocesani contengono molte lettere di Italiani che sollecitano una raccomandazione per il lavoro, chiedono l’ appoggio di Duhig per iniziative culturali o di beneficenza o lo ringraziano per il suo intervento in casi di difficoltà personale. Il suo sentimento pro-italiano lo portò a prese di posizione molto controverse, come l’isolata difesa dell’invasione fascista dell’Abissinia. Ma la sua fu anche una voce pacificatrice e riconciliatrice nei momenti di maggior tensione fra emigrati Italiani e società ospite, in particolare durante gli scontri di
Kalgoorlie, nel Western Australia, quando una folla di minatori ubriachi si scatenò in una sanguinosa “caccia all’Italiano”. Il ruolo svolto da Dughig, riconosciuto ufficialmente dal Governo di Roma, illustra la tesi di Baggio secondo cui “la confessione cattolica rimane un importante elemento identificativo per la locale comunità italiana”.
Brisbane italiana

Brisbane piccola comunità italiana molto determinata nel difendere l’italianità
A Brisbane c’è una piccola ma tenace colonia italiana, che ha accolto la delegazione italiana della CEI con grande disponibilità. Siamo arrivati in un periodo di tanti impegni concomitanti, come il “FilmFestival” del cinema italiano, una grande rassegna della nostra moda e il Congresso dell’ANFE (Associazione nazionale famiglie emigranti) ma abbiamo trovato ugualmente lo spazio per diversi appuntamenti interessanti ed utili per il futuro delle nostre attività.
Nel capoluogo del Queensland, infatti, oltre duemila giovani in transito per
Migrantes-Ucemi si sono assunti il compito di sensibilizzare sull’argomento le Parrocchie e le Associazioni degli emigranti ed il Servizio della Pastorale Giovanile quello di rendere operative tutte le indicazioni che riescono ad ottenere a tale proposito. Il discorso è abbastanza complesso, ma è sostenuto dalla Parrocchia della Missione Cattolica Italiana che, con i Padri Scalabriniani , curano Cattolica Italiana, guidata da Camillo Impellizzeri, che vive proprio a Brisbane e che ha accolto l’idea della Migrantes di realizzare un progetto di servizio di volontariato civile, finanziato dallo Stato italiano. Con noi sono infatti giunte quattro giovani che si fermeranno a Brisbane, con due brevi tappe a Melbourne e Sydney, per un intero anno di volontariato civile, programmato per accrescere i rapporti tra la comunità italo-australiana e
Informazione sull'Australia
SOCIETÀ
Popolazione: Quando gli inglesi "scoprirono" l'Australia, nel 1778, vi abitavano 250.000 aborigeni suddivisi in circa 500 tribù. Nel 1901 ne rimanevano solo 66.000. Oggi sono 200.000 e costituiscono l'1% della popolazione australiana. Nella maggior parte dei casi convivono con i discendenti degli europei, nelle condizioni socioeconomiche più degradanti. I discendenti dei britannici formano attualmente i due terzi della popolazione totale, composta per il resto da immigrati asiatici, europei e latinoamericani.
Religione: Cristiana, 74% (24% anglicani, 27% cattolici, 8% Chiesa dell'Unità, metodisti e altre denominazioni); buddhisti, musulmani, confuciani e altri gruppi 13%.
Partiti politici: Partito Liberale, di centro-destra, in coalizione con il Partito Nazionale (NP), che difende gli interessi degli agricoltori; vinse le elezioni nel marzo del 1996. Partito Laburista. Partito Democratico (di centro). Partito della Nuova Sinistra, fondato nel 1989, dopo lo scioglimento del Partito Comunista. Partito Socialista. Partito Comunista Marxista-Leninista e Partito Verde (ecologista). Organizzazioni sociali: Il Consiglio Sindacale Australiano (ACTU) è la maggiore centrale operaia, con 133 federazioni associate.
STATO
Nome ufficiale: Commonwealth of Australia.
Divisione amministrativa: 6 stati e 2 territori.
Capitale: Canberra, 3373.000 ab. (2003). Altre città: Sydney, 3.958.800 ab.; Melbourne, 3.317.300 ab.; Brisbane, 1.535.300 ab.; Perth, 1.365.600 ab.; Adelaide, 1.115.900 ab. (2000).
Governo: Monarchia parlamentare. William Deane, governatore generale, nominato dalla regina d'Inghilterra. John Howard, primo ministro dal marzo del 1996.
Festa nazionale: 26 gennaio, Giorno dell'Australia. Forze armate: 56.100 (incluse 7.500 donne).
domenica 7 ottobre 2007
La società australiana
Una prima risposta é stata data dal governo laburista di Gough Whitlam nel 1972 con il lancio e la promozione della politica multiculturale.[1] Questa mirava a cambiare l’autoconsapevolezza dell’australiano, non più solo nell’orbita del Commonwealth Britannico, ma cittadino di una società dove l’eterogeneità di razze e culture, in piena espansione dopo gli anni '50 con
Questa svolta é stata interpretata da alcuni sociologi non soltanto come una svolta storica ma come una rifondazione della stessa nazione. Lo studioso, Allan Patience, scrive,
Non é da scartare l’idea che in un prossimo futuro l’anno 1947 (che segna l’inizio delle migrazioni europee) possa essere riconosciuto come più significativo del 1788, la data di fondazione
storia. [2]
Non tutti sono d’accordo con una simile analisi. La storia degli ultimi 30 anni dimostra comunque che alcuni traguardi sono stati raggiunti. Oramai la diversità, pur con molti rallentamenti e brusche frenate, é entrata a far parte della vita quotidiana del cittadino australiano. Investe ogni minuto e ogni ora del giorno: a tavola, sul lavoro, nei luoghi di divertimento, ascoltando programmi radio o guardando la televisione, leggendo la stampa etnica, con l’insegnamento di lingue diverse, con la creazione di clubs e luoghi di ritrovo. L’architettura stessa, la moda, il modo di vestire, le cerimonie religiose, le processioni, la politica, gli spettacoli ecc... ne sono una manifestazione. É impossibile dire se ci siano aspetti della vita quotidiana che non siano stati contagiati dalla
[1] Per una lista dei documenti pubblicati dal governo vedi J. Jupp(ed.), The Challenge of Diversity. Policy Options for a Multicultural Australia, Canberra, AGPS, 1989, pp. 278-281.
[2] Alla Patience, “Towards a Theology of the Australian Multicultural Experience”, in The Australasian Catholic Record, 65, 4, 423-440.
Informazione sulla visita
MIGRANTES – UCEMI – SNPG servizio nazionale pastorale giovanile
in Australia 8-23 ottobre 2007
Una delegazione della CEI – Conferenza Episcopale Italiana – raggiungerà l’ Australia, a partire da martedì 9 ottobre 2007 e fino a lunedì 21 dello steso mese, per una visita alla Comunità degli Italiani di alcune città australiane (Brisbane 9-12; Sydney 13-17; Melbourne 18-21)

Soggetti rappresentati:
Migrantes Fondazione della Chiesa Cattolica Italiana che si occupa della pastorale della mobilità umana. In tale ambito vi è una sezione, quella del Servizio Pastorale Nazionale Emigranti, che mantiene i contatti con tutti i Missionari che nel Mondo al seguito delle comunità italiane.
Ucemi, Ente sociale e culturale che mantiene i contatti con le Associazioni d’ispirazione cristiana che si occupano di emigrazione, in Italia e nel Mondo.
Servizio Nazionale della Pastorale Giovanile che organizza una pastorale specifica per i giovani e organizza la partecipazione italiana alle Giornate Mondiali della Gioventù.
Componenti della Delegazione
MIGRANTES: S.E. Mons. Gaetano Bonicelli, vescovo, Don Domenico Locatelli, Direttore del Servizio nazionale pastorale emigranti, Mons. Silvano Ridolfi Direttore della stampa Migrantes, Luigi Papais vice-Presidente Ucemi
SERVIZIO NAZIONALE PASTORALE GIOVANILE: Don Nicolò Anselmi, direttore di recente nomina, don Alessandro Amapani, Marco Federico, Marcello Bedeschidel pontificio consiglio per i laici e dell’Agorà dei giovani.
SAT 2000, TV della CEI: Cristiana Caricato; Fabrizio Raparelli, Massimiliano Tommasoni
FAMIGLIA CRISTIANA: Alberto Chiara, Antonino Leto
S.I.R - Servizio Informativo della CEI: Daniele Rochi
Nota: in alcune località la delegazione subirà alcune variazioni dei componenti.

Motivi della visita:
Essa si svolge in concomitanza con i lavori del Comitato Centrale delle Giornate Mondiali della Gioventù, in programma a Sydney, nella settimana dal 14 al 21 ottobre. Durante tale periodo saranno a Sydney anche cinque componenti del Pontificio Consiglio per i Laici guidati da S.E. Mons. Stanislao Rylko, che ne è il Presidente.
Pertanto la delegazione italiana, durante tale settimana, parteciperà ai lavori del Comitato, per fare il punto della situazione organizzativa a dieci mesi dalla celebrazione della GMG, prevista per il mese di luglio 2008, con la presenza del Papa.
Un viaggio del genere, date le distanze che non consentono frequenti occasioni d’incontro , costituisce un’opportunità privilegiata per incontrare anche le Comunità italiane che vivono in Australia, in parte già visitate nel gennaio 2006 e marzo 2007.
In questa circostanza rivisiteremo Sydney e Melbourne, alle quali si aggiunge Brisbane, dove accompagneremo quattro giovani italiane, che si fermeranno in quella città per un anno di servizio di volontariato civile, finanziato dallo Stato Italiano e che collaboreranno con la F.C.I. Questi i loro nominativi: Laura Meda, Miriam Rossi, Cinzia Amico e Francesca Bersano

Collegamento fra Chiese
La delegazione desidera incontrare tutti gli italiani che riuscirà a contattare durante la propria permanenza. Costituiscono riferimenti fondamentali le Comunità delle Missioni Cattoliche Italiane, i Missionari, Religiosi e Religiose e i laici che lavorano con i nostri emigranti, le Associazioni dei corregionali e nazionali degli emigranti.
Di grande rilievo saranno i doverosi e graditi incontri con le Autorità ecclesiastiche del luogo, le Autorità diplomatiche, i Comites, i Coasit, i componenti della CGIE, stampa italiana, altri mezzi di comunicazione, scuole ed istituzioni per anziani ed altre realtà italiane, senza distinzioni di alcun genere.
Cosa chiediamo agli amici italo-australiani
Rinsaldare i rapporti con l’Italia anche per il tramite delle iniziative e delle attenzioni che la loro Chiesa di partenza continua ad avere nei loro confronti;
Collaborare per l’accoglienza dei giovani italiani che giungeranno in Australia il prossimo anno in occasione della GMG, ospitandoli possibilmente nelle loro abitazioni, per abbattere le già notevoli spese del viaggio e per consentire uno scambio culturale e sociale reciproco, utile per il mantenimento dei sentimenti di italianità al di qua e al di la dell’Oceano;

Assistere alla presentazione Rapporto degli Italiani nel Mondo 2007, di recentissima pubblicazione, presentato a Roma i 4 ottobre u.s., pubblicazione che fotografa la reale situazione dell’emigrazione italiana e che quest’anno parla anche dell’Australia; e precisamente di ‘Emigrazione Italiana in Australia tra passato e presente’
Partecipare ad alcune celebrazioni religiose nelle Chiese delle MCI;
Trascorrere assieme alcuni momenti di cordialità per tenere viva l’italianità in termini generali e secondo l’ispirazione cristiana, componente non secondaria dell’italianità stessa;
Contribuire per la realizzazione di alcuni servizi televisivi e giornalistici illustranti la vita della Comunità italo-australiana.
Iniziative in programma
Con il generoso aiuto dei COMITES, dei COASIT, di altre Associazioni e della disponibilità generosa ed encomiabile di alcuni amici, abbiamo organizzato alcuni appuntamenti:
A BRISBANE,
In quella città avrà luogo una Santa Messa che verra` celebrata dal Vescovo Mons. Gaetano Bonicelli giovedi 11 Ottobre alle ore 7.30 pm nella chiesa Holy Cross, 28 Chalk Street, Wooloowin. Dopo la Santa Messa, nella sala accanto alla chiesa, Heritage Hall, verra` presentato da alcuni rappresentanti della delegazione, il libro “Rapporto Italiani nel Mondo 2007” http://www.rapportoitalianinelmondo.it/ una pubblicazione di 456 pagine realizzato dalla Fondazione Migrantes, in collaborazione con il Comitato Promotore composto da Acli, Inas-Cisl, Mcl, e Missionari Scalabriniani che contiene pure un capitolo di approfondimento ‘Emigrazione Italiana in Australia Tra Passato e Presente’. Seguira` un piccolo rinfresco per tutti i presenti.
Inoltre parteciperemo alla serata ANFE di venerdì 12 ottobre che si terrà al Brisbane Abruzzo Club

A SIDNEY
Domenica 14 ottobre, alle 10, il Vescovo Mons. Gaetano Bonicelli celebrerà una Santa Messa la Chiesa St. Joan of Arc 97 Dalhousie St. HABERFIELD, N.S.W. 2045 +61 2 97991251, retta da don Dino Fragiacomo dinofragiacomo@netscape.net e che sarà trasmessa in diretta attraverso la l’emittente radiofonica AUSTRALIA WIDE
mentre la presentazione del ‘Rapporto italiani nel mondo’ si svolgerà
Mercoledi’ 17 ottobre alle 19.30 al COASIT di Sydney situato al n. 67 Norton Street- LEICHHARDT, NSW 2040 Tel 0061 2 9564 0744- Interverrà anche il prof. Crescioni, storico locale.
A MELBOURNE
l’incontro pubblico per la presentazione volume "Italiani nel mondo" è programmato per
giovedi, 18 ottobre alle 19.30 nella Sala Grollo, CoAsIt, 189 Faraday St Carlton.
Una riunione con il Comites è invece prevista per venerdi, 19 ottobre alle 12.30 presso uffici del Comites, 189 Faraday St Carlton
Tutti coloro che risiedono nelle località che visiteremo sono invitati ad intervenire ai nostri incontri, allargando l’invito ad amici e conoscenti
Quanti invece intendono organizzare incontri a margine di quelli ufficiali, possono farlo

Siamo interessati a visitare tutte le realtà ecclesiali e sociali che ce lo richiederanno
Salutiamo calorosamente quanti vivono altrove, sentendoli comunque vicini a noi, certi che gradiranno questa nostra nota informativa che ci mantiene comunque in contatto, anche se solo virtuale, ma non meno sincero e cordiale, fatto di autentica italianità
Anche la Messa trasmessa da RADIO AUSTRALIA WIDE potrà rappresentare un’occasione di comunione fraterna
I giornalisti che sono con noi desiderano intervistare emigranti italiani che possano descrivere qualcosa di significativo dal punto di vista delle loro esperienze professionali, sociali, umanitarie e soprattutto ecclesiali;
Tutti gli emigranti sappiano che la Chiesa italiana è loro vicina e condivide cristianamente le loro gioie, fatiche, speranze e sofferenze.
Una opportunità per rimanere in contatto durante e dopo il nostro viaggio, sarà possibile consultando il nostro sito internet
http://www.ucemi.it/ & http://www.migrantes.it/
che, nonostante le difficoltà logistiche, contiamo di aggiornare frequentemente, soprattutto per annunciare modifiche o aggiunte al nostro programma.
Indirizzi di posta elettronica papais@ucemi.it e locatelli@migrantes.it
Luigi Papais
Vice-Presidente Nazionale UCEMI
sabato 6 ottobre 2007
Di nuovo in Australia
