giovedì 11 ottobre 2007

Migrantes presenta il Rapporto italiani nel mondo a Brisbane



A Brisbane nel sobborgo di Wooloowin, nei locali della vecchia chiesa adibiti ora ad auditorium, è stato presentato il secondo rapporto degli italiani nel mondo 2007. Erano presenti più di 100 italiani. A loro è stato messo a disposizione il rapporto 2007.

La regia della serata è stata condotta impeccabilmente da Camillo Impellizzeri presidente della FCI (Federazione cattolica italiana).



Il primo intervento è stato di Mons. Silvano Ridolfi, memoria storica di Migrantes e responsabile del settore stampa della medesima fondazione. Il sacerdote, che vanta una lunga storia di missionario in Germania prima e di dirigente dell’UCEI poi, ha riassunto brevemente l’impegno di quest’ultima a favore del mondo dell’emigrazione, fino a divenire un punto di riferimento privilegiato per tutti gli emigranti. Si è quindi augurato che la presenza organizzata della Chiesa italiana in Australia possa continuare ancora, anche con forme nuove, per coniugare contemporaneamente l’esigenza di una presenza della Chiesa medesima e dei sentimenti di italianità che sono di grande conforto per le persone anziane ma anche di prospettiva per le nuove generazioni.



È stata poi la volta di Don Domenico Locatelli, direttore nazionale Migrantes per la pastorale per gli italiani nel mondo della Cei. Il direttore ha illustrato le finalità della sua struttura, che oltre a mantenere quotidianamente i rapporti con i missionari che lavorano a stretto contatto con gli emigranti, organizza anche delle occasioni di incontro con le comunità italiane all’estero. Qui in Australia, in questo momento l’impegno massimo di Migrantes è congiunto a quello del servizio di pastorale giovanile, sempre della CEI, per organizzare la partecipazione dei giovani italiani alla giornata mondiale della gioventù di Sydney 2008. Mentre gli incaricati del servizio di pastorale giovanile si occupa in Italia del percorso soprattutto spirituale che preparerà l’evento e in terra australiana cura di aspetti logistici per l’accoglienza dei circa 10.000 giovani che il prossimo anno verranno dall’Italia per la manifestazione, Migrantes si preoccupa di mettere in contatto le strutture dell’emigrazione, soprattutto quelle associative, per assicurare ai giovani, la migliore accoglienza possibile. L’evento del 2008 serve comunque in Australia, secondo Don Domenico, per rinsaldare i rapporti tra le comunità degli emigranti e attraverso i giovani anche per incentivarli ad entrare nelle associazioni per garantirne il loro rinnovamento generazionale. La Chiesa italiana però, oltre a garantire un minimo di servizio pastorale agli italiani all’estero, è impegnata con un’attività di ricerca e di approfondimento sulla consistenza dell’italianità all’estero. Un servizio, ha aggiunto l’oratore, che non ha finalità esclusivamente religiose, ma anche sociali, per essere di aiuto a tutti coloro che si occupano di emigrazione nella comprensione del fenomeno migratorio in termini attuali e per programmare il futuro degli interventi nel settore. Da qui l’esigenza che tutte le comunità italiane all’estero, ma anche le organizzazioni degli emigranti in Italia, presentino all’opinione pubblica questo rapporto e provochino una discussione foriera di una maggiore attenzione verso un fenomeno che richiede nuove forme di intervento che consentano agli italiani nel mondo di ottenere una sempre maggiore cittadinanza compiuta.



E’ stata poi la volta di Luigi Papais, vicepresidente nazionale dell’Ucemi, il quale ha parlato della rappresentanza degli interessi degli emigranti e del ruolo dell’associazionismo. A quanti ritengono che il ruolo dell’associazionismo sia superato, il relatore ha risposto che le associazioni dispongono di una rete certamente da rinnovare ma che copre capillarmente tutte le località dove vivono emigranti. Certo, ha aggiunto, oggi ci sono i parlamentari italiani all’estero che hanno certamente il massimo grado di rappresentatività in quanto sono stati eletti dagli italiani all’estero nel parlamento nazionale. Si tratta di una ristretta pattuglia di parlamentari, peraltro determinanti negli attuali equilibri politici, ai quali va raccomandata una maggiore iniziativa parlamentare a favore degli emigranti, dei quali sono i loro diretti rappresentanti. Occorreranno, secondo il vicepresidente dell’UCEMI, certamente delle modifiche alla legge elettorale che consentono di superare le difficoltà registrate in sede di prima applicazione della legge; tuttavia il diritto di voto faticosamente ottenuto dopo una serie di ennesimi rinvii, va garantito anche per il futuro, poiché non vi devono essere differenze in termini di diritti e doveri tra gli italiani che risiedono in Italia e quelli che vivono all’estero. Pertanto le associazioni, assieme ai Comites, Coasit e ad altre strutture di rappresentanza, costituiscono il collegamento tra gli emigranti, i parlamentari e le amministrazioni dello Stato e delle regioni, divenute quest’ultime, titolari di competenze nel settore che vanno comunque coordinate. Dunque, a suo avviso, le associazioni hanno ancora un ruolo che va valorizzato, anche attraverso un coinvolgimento dei giovani, secondo le modalità più consone al mondo giovanile, che sono assai diverse da quelle delle precedenti generazioni, ma attraverso il loro linguaggio schietto e la loro spontaneità, potranno garantire ancora un futuro all’associazionismo degli italiani all’estero. La GMG in terra australiana va letta, per quanto riguarda il notevole afflusso degli italiani, anche in questa prospettiva perché potrebbe costituire l’occasione per uno scambio di esperienze tra i giovani che vivono al di qua di là dell’oceano, oltre che un momento di incontro tra tutti coloro che sono protagonisti a vario titolo dell’italianità stessa.

Nella parte finale della serata sono state presentate alla comunità le quattro volontarie del servizio civile. La presenza di queste quattro ragazze, ha detto Impellizzeri, costituiscono una preziosa opportunità per la comunità italiana di Brisbane per far riacquistar vigore all’associazionismo locale che vede la federazione cattolica italiana in prima fila nel tenere viva l’italianità impostata secondo i valori della cristianità.

Marco Federici, formatore e delegato dell’ufficio pastorale giovanile della CEI ha intervistato le volontarie aiutandole a presentarsi all’assemblea presente. Dopo la presentazione ufficiale, i responsabili del servizio pastorale giovanile hanno illustrato le loro esigenze, prima fra tutte quella di veder accolto nelle diverse città australiane un notevole numero di giovani italiani. Le famiglie italiane possono svolgere egregiamente tale servizio di accoglienza favorendo così, accanto alle iniziative delle Diocesi, spazi spontanei e familiari di socializzazione e di confronto tra coetanei. Un’occasione, ha sostenuto Don Nicolò Anselmi certamente unica in terra australiana, da non lasciar quindi perdere sia per gli aspetti propri della pastorale giovanile ma anche per quelli del coinvolgimento dei giovani nell’associazionismo dell’emigrazione. Il vescovo Bonicelli ha concluso la serata con delle appropriate parole di stimolo e di riconoscenza nei confronti degli emigranti, accompagnate dall’affidamento al Signore di tutte le gioie, le ansie e le preoccupazioni di quanti vivono lontani dalla loro patria e che con il loro impegno contribuiscono a renderla più grande.

Gli italiani di Woollowin




Giovedì 11, nel mezzo di tante iniziative italiane in programma nel week end a Brisbane, anche la comunità cattolica italiana non ha voluto essere da meno, incontrandosi con al delegazione CEI per parlare del Rapporto italiani nel mondo 2007. La FCI ha organizzato una Santa Messa, celebrata da S.E. Mons. Gaetano Bonicelli, già arcivescovo di Siena e primo direttore dell’UCEI, divenuta successivamente Migrantes. Alla presenza di un centinaio di persone convenute nella Chiesa si Holy Cross, il vescovo ha parlato dei valori cristiani che i veterani dell’emigrazione hanno conservato anche nei luoghi di arrivo e che hanno poi trasmesso alle nuove generazioni. Peccato, purtroppo, che in Australia come in Italia anche i cattolici stiano attraversando un periodo di scarso interesse per la religione, fatto che ha indubbiamente modificato in peggio la società che, senza valori si trova piuttosto allo sbando. La Chiesa italiana, secondo il presule, è sempre stata vicina di emigranti, attraverso l’attività della Migrantes e con l’impegno di numerosi missionari italiani che hanno vissuto e vivono tuttora nelle località di maggiore presenza degli emigranti italiani. Riscoprire le proprie radici cristiane vuol dire innanzitutto mettersi in sintonia con se stessi e quindi dare un contributo anche alle comunità di arrivo, nelle quali immigranti sono ormai ben inseriti, per migliorare una società che vive una profonda crisi, soprattutto nel mondo giovanile. Questi auspici il vescovo Bonicelli e ha affidati alla protezione dei santi degli emigranti, che sono divenuti tali attraverso la condivisione delle dure condizioni degli emigranti e con il costante impegno religioso e sociale nei loro confronti.