venerdì 12 ottobre 2007

My home My History



Brisbane mostra fotografica

Una mostra introspettiva e prospettica allo stesso tempo.
“Quello che noi siamo oggi è quanto siamo riusciti a fare insieme”. E’ il motto che guida una interessante mostra di disegni e fotografie che sono il risultato di un progetto condiviso da pittori, artisti e fotografi circa l’anima e le attese di una persona che si è sradicata da un contesto sociale per inserirsi in un altro come l’emigrante.
L’ispirazione è venuta infatti dalla constatazione del fenomeno dell’immigrazione italiana in Australia.
360 mila persone dal 1947 al 1976, “l’aspetto umano - recita la guida-di uno dei più significativi e riusciti esempi di riuscita immigrazione nella storia postcoloniale dell’Australia.
Il titolo della mostra è del resto eloquente:”la mia casa, la mia storia”.
Gli espositori – Su zanne Soopy, David Lloyd e Angela Blebely- hanno visto in questa immigrazione italiana l’inizio di una unica forma di multiculturalismo a partire dalla casa come luogo di ricordi del passato nel suo ornamento, nei mobili e fotografie e quant’altro ma, al tempo stesso, impostazione di culturale negoziazione con il presente della nuova residenza diversa nell’architettura e nelle suppellettili.
I valori “australiani” di individualismo e prosperità si sposano con la tradizione italiana di comunità e di solidale autorealizzazione.
Con questo, gli artisti vogliono espressamente opporsi ad una chiusura ideologica degli integralisti australiani dei primi tempi, espressa da un romanzo del 1957 di Nino Culotta (pseudonimo di un comico locale John O’Grady) che scrive in un passaggio: “Ci sono troppi nuovi australiani “che ancora vivono mentalmente nel loro paese, che fanno un tutt’uno con gente della propria nazionalità e tentano di mantenere la propria lingua e le proprie abitudini. Che,anzi, tentono di persuadere gli australiani di adottare i loro costumi ed il loro comportamento. Tagliamo corto. Non cè miglior modo di vivere nel mondo di quello australiano”.

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