lunedì 15 ottobre 2007

Rinaldo Fabbro, l’architetto dei due mondi.

Rinaldo Fabbro, l’architetto dei due mondi, progettista costruttore di oltre la metà del centro storico di Sydney

Nella cronaca del nostro viaggio non possiamo elencare tutte le persone che incontriamo e che comunque ringraziamo per la loro presenza ai nostri incontri. Ci soffermiamo però, di tanto in tanto, sui personaggi che hanno reso famosa l’Italia grazie al loro duro ed intenso lavoro e che sono riusciti a distinguersi grazie ai loro successi professionali. Uno di questi è l’architetto Rinaldo Fabbro, di origine friulana, emigrato in Australia fin dal 1949, acquistando il biglietto della nave attraverso un debito pagato a rate. Dopo aver combattuto la guerra di Resistenza nella divisione partigiana dell’Osoppo, d’ispirazione cristiana, Fabbro si è laureato in architettura a Venezia e grazie alla chiamata di uno zio che già lavorava in Australia, è partito anche lui alla volta della terra nuovissima. Non potendo esercitare la professione perché la laurea conseguita in Italia non era riconosciuta in Australia, è divenuto imprenditore edile, introducendo l’uso del cemento armato nelle costruzioni, fino a quel momento sconosciuto sul luogo. Attraverso la sua impresa Fabbrostone è riuscito a far giungere in Australia ben 380 operai friulani, che hanno dato vita ad un villaggio denominato Cooma, situato nel mezzo del deserto, dove tuttora un gruppo consistente di famiglie parla ancora la lingua friulana. Ottenuta anche in terra australiana la laurea in architettura, si è impegnato a lungo sia come progettista che come costruttore di grandi palazzi. Il 65% degli edifici più alti della City di Sydney sono stati realizzati con le tecniche innovative introdotte da Rinaldo Fabbro che giustamente è stato definito l’architetto dei due mondi. Altri edifici, da lui progettati o costruiti dalla sua impresa si trovano a Camberra e a Sydney. Il suo estro creativo lo ha portato a cimentarsi anche nella cultura, con diverse opere pittoriche, anche di grandi dimensioni e di particolare pregio. Per tanto ha dato vita anche ad una galleria d’arte, ideata con l’intento di essere un luogo d’incontro per visionare le diverse arti contemporanea, create da artisti nazionali ed internazionali, ed ospitare opere di artisti australiani ed europei. I primi tempi della sua permanenza in Australia sono stati molto duri, perché, all’epoca, gli emigranti vivevano in condizioni difficilissime e con tanta diffidenza da parte di tutti, comprese le autorità. Era profondamente convinto che il cemento armato potesse cambiare il volto delle città australiane, ma nessuno gli dava retta pur essendo comprovata la tradizione familiare nel settore. Il nonno infatti era stato uno specialista dell’uso del cemento armato, lavorando anche per lo zar di Russia, antecedentemente alla prima guerra mondiale, risanando il palazzo del Cremino dalle infiltrazioni d’acqua e dall’umidità. La prima commessa lavorativa ottenuta fu la sistemazione di una facciata di un edificio di quattro piani in Margaret Street. Per eseguire tali lavori erano necessarie delle impalcature, ma la sua piccola ditta, di recente costituzione, non aveva denaro per noleggiare le impalcature. Venne a sapere che a Sydney c’erano degli acrobati provenienti da Praga che si esibivano al circo. Chiese aiuto a loro che accettarono di eseguire i lavori durante il fine settimana, quando cioè non avevano spettacolo. Nella città infatti in concomitanza con il fine settimana tutte le attività si fermavano e ben pochi notavano quanto stava accadendo. Vennero poste delle travi fuori dalle finestre dell’edificio in ricostruzione; ad esse vennero legate delle corde che consentirono agli acrobati di lavorare sostenendosi ed arrampicandosi su tali supporti. Dopo alcune settimane i lavori erano già conclusi con il stupore di tutti, compresa la polizia che non sapeva spiegarsi come fossero stati eseguiti dei lavori senza alcun permesso per posare le impalcature sul suolo pubblico. Con i soldi ricavati da questa avventura veramente azzardata, Fabbro acquistò le prime attrezzature per la propria ditta e cominciò così la sua lunga attività di costruttore di palazzi. Nonostante i successi ottenuti non si è mai montato la testa e conduce una vita tutto sommato abbastanza modesta. Dal ventiduesimo piano di uno dei suoi palazzi in Keent Street continua a seguire le questioni più importanti della sua azienda e si abbandona anche ad altre progettazioni e perfino alla pittura. L’affetto per il Friuli è sempre rimasto intatto e costituisce per lui un legame forte. Padre di cinque figli, è tornato più volte nel paese natio anche per sottolineare le proprie radici cristiane, alle quali è molto attaccato. Ama ricordare insegnamenti di un prete della Carnia, quando viveva in clandestinità da partigiano, nascosto in una chiesa di montagna. Ricorda soprattutto l’insegnamento della sua mamma, che al momento della partenza per l’emigrazione, gli raccomandò vivamente di non mancare mai alla messa festiva. Messa che faceva celebrare la domenica anche nei cantieri dove lavoravano gli operai, come documentato da una bellissima foto d’epoca esposta nel suo studio, che raffigura una messa celebrata al campo. Insomma un bell’esempio di emigrante che ha saputo farsi strada e fare onore alla propria patria. Anche Migrantes si complimenta con Rinaldo Fabbro, perché ha saputo essere un bravo cittadino italiano ed australiano, nonché un bravo cristiano. Tra l’altro, da emigrante ha saputo valorizzare anche i circensi, settore che accanto a quello dell’emigrazione rientra nelle finalità di Migrantes stessa.