venerdì 12 ottobre 2007

Congresso ANFE

In serata negli ampi e spaziosi locali del Club Abruzzo, la delegazione italiana ha partecipato ai lavori del congresso dell’Associazione nazionale famiglie emigranti ANFE, che festeggia quest’anno il sessantesimo anniversario di fondazione e il quarantacinquesimo di presenza in Australia. Di fronte ai 150 delegati provenienti da tutta l’Australia e numerosi ospiti del posto, la delegazione italiana ha avuto modo così di presentarsi e di illustrare le finalità della propria visita in Australia, assieme ad un’ulteriore presentazione del rapporto degli italiani nel mondo. Vi ha provveduto dapprima il Vescovo Bonicelli, il quale nel benedire la mensa ha trovato l’occasione di pronunciare parole appropriate per la circostanza, attraverso le quali ha sottolineato l’impegno della Chiesa italiana per il mondo dell’emigrazione, assieme all’invito a non smarrire i valori della cristianità, fondamentali per assicurare all’umanità intera condizioni di vita che siano rispettose della dignità umana, minacciata da un allontanamento dalla fede cristiana. Don Locatelli ha quindi parlato dell’attenzione che la Chiesa italiana continua di rivolgere agli emigranti e ha anche accennato al problema delle nuove migrazioni, che vedono ogni anno partire decine di migliaia di giovani qualificati per andare a lavorare all’estero in condizioni certamente meno svantaggiate di quelle delle passate generazioni di emigranti. Ha poi illustrato il secondo rapporto italiani nel mondo, sottolineando lo sforzo della Migrantes, che si è avvalsa di un comitato promotore composta da Acli, Inas-cisl, Mcl e missionari scalabriniani, nel comprendere ed aiutare a comprendere il fenomeno dell’emigrazione, la ricchezza di valori e di significati che la stessa rappresenta nell’interesse di tutta la nazione. Luigi Papais, a nome dell’Ucemi (Unione cristiana enti migranti italiani) ha ribadito nuovamente l’importanza del ruolo delle associazioni che operano nel settore dell’emigrazione, una rete che consente di mantenere contatti sia con gli emigranti del paese di partenza e di arrivo e con la patria natia. L’associazionismo, ha ribadito, è uno strumento ancora indispensabile per non disperdere quel grande patrimonio umano che era presente in tanti sodalizi che mantengono uniti di emigranti tra di loro. Esso va comunque aperto ancor di più ai giovani che, come confermano le statistiche, a partire dalla terza generazione riacquistano la consapevolezza di quanto sia importante riscoprire le proprie radici e di mantenere con forme nuove ed inedite contatti con quanti vivono nella terra dalla quale sono partiti i loro genitori o nonni. Ci sono nuove forme di comunicazione, come Internet, posta elettronica, chat, ecc. che possono consentire comunque l’assolvimento di queste esigenze, soprattutto a carattere culturale. Anche Don Nicolò Anselmi ha intrattenuto brevemente i pazienti ospiti, che hanno creato per noi una preziosa occasione di presentazione delle nostre iniziative, parlando della GMG e della necessità che le famiglie di origine italiana aprano le porte delle loro case e si mettano a disposizione dei nostri giovani, per consentire uno scambio culturale e spirituale, utile anche per il futuro delle associazioni.

Nessun commento: