domenica 14 ottobre 2007

Gli italiani di Earlwood

Pochi chilometri, una berve fermata per raccogliere la mamma di 93 anni e poi, Maria Forte, farmacista di professione e organista per diletto ci accompagna alla chiesa Our Lady of Lourdes in una località che conta una comunità italiana abbastanza grande.
Ci riesce di salutare il parrocco di origine irlandese che ha terminato da poco la celebrazione per la comunità parrocchiale.
Ci raggiunge padre Tiziano, scalabriniano, reduce da due messe dette altrove, compresa una breve celebrazione alla villa scalabrini per gli ospiti anziani che vi abitano.
Si celebra anche un 50° anniversario di matrimonio e la coppia originaria dalla Sicilia condivide con i frequentatori abituali e i propri familiari il momento di festa e di celebrazione.
Anche in questa chiesa più di un centinaio di persone partecipa alla liturgia. Il coro è ben preparato e assicura un canto buono e per nulla improvvisato. Ogni servizio previsto è svolto con cura. Si fa il ricordo della giornata della famiglia indetta dalla Diocesi.
Alla fine della messa viene data la parola ai rappresentanti della delegazione “che viene da Roma” e don Domenico Locatelli, direttore della fondazione Migrantes trasmette i saluti e assicura l’interesse dei vescovi italiani per gli emigrati italiani. Invita tutti a vivere con serenità e a partecipare alle manifestazioni che si svolgeranno nel prossimi giorni a Sydney, compresa la serata di presentazione del rapporto italiani nel mondo 2007.
Al termine della messa domenicale si prepara e si accoglie un matrimonio di una coppia italiana della seconda generazione.
Fuori dalla chiesa si fa conoscenza con alcuni personaggi italiani.
Carmela Testa originaria di Cerame (trapani) in Australia dal 1956. Due figli, un ingegnere del genio civile con due figli, la figlia, non sposata, che vive con la mamma ed assicura un buon tono di qualità sia per il lavoro interessante che svolge sia per il raffinato gusto culturale che possiede e condivide con tutti. Visitiamo la bella casa che hanno costruito 15 anni orsono. E’ tipico degli italiani d’Australia la cura di investire i propri risparmi nella costruzione di belle case, spaziose, ben curate, circondate da un po’ di terreno per il giardino e per coltivare qualche legume. Le pareti presentano magnifici quadri tessuti con la tecnica del punto croce, che manifestano l’abilità di Maria. L’unico rammarico è che il marito non ha potuto godere della buona costruzione perché la malattia lo tolse all’affetto della moglie e dei figli 10 anni fa. Ora le due sole donne in casa, con la mamma di ben 93 anni ben portati, sembra perfino troppo impegnate nel tenere accogliente e impeccabilmente in ordine la loro dimora.
Anche Filippa Messina ha 93 anni ed è accompagnata dalla figlia che la conduce in macchina alla chiesa di Earlwood ogni domenica per la messa in lingua italiana. Lei è in Australia dal ’69 anno dove molte famiglie siciliane subirono la profonda ferite del terremoto nella Valle del Belice e si decisero a partire anche sulle facilitazioni assicurate dal governo australiano e dalla sicurezza data dai parenti che già vivevano nel nuovissimo mondo. E’ originaria di Poggioreale e porta con sé molto della sua tradizione siciliana e popolare.
Nonno Vito invece è un bel tipo siciliano originario da Vizzini in provincia di Trapani. Ha 87 anni, Vito Giordani e ricorda con piacere che il paese suo è quello della “cavalleria rusticana” e che ai suoi tempi tutto era come è cantato nell’opera. Ha passato una vita alla General motors come operaio alla catena di montaggio ed ora sta in pensione, aiutandosi pure con il bastone per non cadere e sentirsi più sicuro. Gli fa compagnia il nipote, pure lui Vito di nome e testimonia dell’uso ancora apprezzato di trasmettersi il nome di battesimo da padre in figlio fino alle generazioni che verranno. E’ lavoratore e studente allo stesso tempo perché frequenta corsi serali per meglio qualificarsi. Non manca di arrotondare lo stipendio con qualche attività lavorativa in pizzeria alla sera del sabato e domenica.

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